Sulle orme di
San Giovanni Battista Scalabrini

Giovanni Battista Scalabrini

Fino Mornasco 8 luglio 1839
Piacenza 1 giugno 1905
Rettore del Seminario Minore di Sant’Abbondio in Como
Parroco di San Bartolomeo in Como
Vescovo di Piacenza
Apostolo del catechismo
Padre dei migranti
Fondatore dei Missionari di San Carlo - Scalabriniani
e delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo - Scalabriniane
Ispiratore delle Missionarie Secolari Scalabriniane
Proclamato beato da Papa Giovanni Paolo II il 9 novembre 1997
Canonizzato da Papa Francesco il 9 ottobre 2022

Fino Mornasco

Casa natale

Il nostro itinerario sulle orme di San Giovanni Battista Scalabrini in terra lariana inizia a Fino Mornasco, nella casa all’angolo tra via Garibaldi e la strada che porta il suo nome. Qui il futuro Santo nacque l’8 luglio 1839, terzo degli otto figli di Luigi, commerciante di vini, e di Colomba Trombetta di Ponzate. Ora la casa, rimaneggiata, ospita alcuni esercizi commerciali, servizi e abitazioni private; nel negozio di fiori, in una nicchia, si può ancora vedere un dipinto con la Madonna con il Bambino e San Giuseppe. Sulla facciata lo ricordano due targhe apposte dalle due Congregazioni da lui fondate.

Chiesa parrocchiale di S. Stefano

Attraversando via Garibaldi ci si immette in piazza Odescalchi, antistante la chiesa parrocchiale di S. Stefano, edificio di antica fondazione soggetto a numerosi interventi di rinnovamento e rifacimento, l’ultimo dei quali tra il 1934 e il 1956 su progetto dell'ing. Giulio Valli. L’interno conserva, sulla destra dell’ingresso principale, il fonte battesimale presso cui il piccolo Giovanni Battista fu battezzato dal prevosto don Girolamo Felli lo stesso giorno della nascita; a quei tempi, prima della ristrutturazione, era però posto a metà della navata sinistra. Nel battistero è stato collocato un bassorilievo ligneo policromo raffigurante Mons. Scalabrini, opera dell’artista Pozzetti, mentre nell’attigua porzione di controfacciata un busto marmoreo, inaugurato il 28 novembre 1910 (ventitreesimo anniversario di fondazione della Congregazione dei Missionari di San Carlo e quinto della morte di Scalabrini), dono di mons. Camillo Mangot, già suo segretario a Piacenza. In occasione della beatificazione, in fondo alla navata di sinistra, è stato inaugurato un altare con un dipinto di mons. Scalabrini, opera di Ettore (fra’ Damaso) Bianchi, francescano.

In questa chiesa Scalabrini fu pure cresimato l’8 settembre 1840 dal vescovo mons. Carlo Romanò e vi celebrò anche la prima Messa dopo la sua ordinazione del 30 maggio 1863.

Dopo l’ordinazione sacerdotale, Scalabrini trascorse i primi quattro mesi tra la sua parrocchia e alcune supplenze in altre parrocchie vicine. A Fino Mornasco fu uno dei promotori della Pia Unione del Sacro Cuore di Gesù, canonicamente eretta con diploma del 27 agosto 1863.

Altri ricordi

Sul sagrato della Parrocchiale, in occasione dell’anno Scalabriniano, è stata collocata una sfera in marmo bianco, che rappresenta il mondo, su cui spicca un altorilievo in bronzo del volto di Scalabrini, opera di un artista finese. Lo stesso monumento era originariamente stato posato in occasione della beatificazione nel giardino della Scuola Materna “Raimondi Mantica”.

A Fino Mornasco, in via Scalabrini 13, nella casa donata nel 1994 da Luisa Scalabrini, pronipote del Fondatore, vive una piccola comunità di Suore Missionarie di San Carlo Borromeo (Scalabriniane).

Como

Imperial Regio Ginnasio Liceale

In via Cesare Cantù al civico 57, appena all’interno della città murata entrando dalla medioevale Porta Torre, ci si trova sulla destra l’edificio del Liceo Classico e Scientifico “Alessandro Volta”, rimaneggiamento neoclassico dell’architetto Simone Cantoni dell’ex monastero delle agostiniane di S. Cecilia. In questo edificio, terminate le scuole elementari a Fino Mornasco, Giovanni Battista frequentò l’Imperial Regio Ginnasio Liceale dal 1851 al 1857, distinguendosi per la brillante intelligenza e la costante applicazione.

Seminario Maggiore

Il giovane Scalabrini, dopo il Liceo, volle poi proseguire gli studi nel campo ecclesiastico, frequentando prima il Seminario Minore (dal 1857 al 1859; vedi in seguito) e quindi il Seminario Maggiore (dal 1859 al 1863), allora ospitato in un severo edificio neoclassico, opera di Simone Cantoni riadattando il preesistente monastero agostiniano femminile dell’Ascensione. Attualmente nel palazzo, in viale Cesare Battisti 8, ha sede il Centro Pastorale “Cardinal Ferrari”.

Collegio Gallio

Il Collegio Gallio, al numero civico 1 dell’omonima via, fu fondato nel 1583 dal cardinale Tolomeo Gallio per i fanciulli poveri sull’area dell’antica Domus degli Umiliati di S. Maria di Rondineto; venne affidato alla cura dei Padri Somaschi, Congregazione fondata da san Girolamo Emiliani.

Nel periodo degli studi nel Seminario Maggiore, Giovanni Battista Scalabrini si recava come prefetto di disciplina al Collegio Gallio; qui nell’anno scolastico 1859-1860 conobbe il giovanissimo Luigi Guanella, altro futuro Santo, con cui mantenne sempre rapporti amichevoli.

Palazzo Vescovile

In Piazza Grimoldi, adiacente a Piazza Duomo, sorge il Palazzo Vescovile, il cui nucleo più antico è un sacello anteriore al X secolo; l’edificio venne poi ampliato dal vescovo Alberico (1007-1028) e più volte rimaneggiato. Il 30 maggio 1863, nell’antica cappella interna dedicata all’arcangelo San Michele, Scalabrini fu ordinato sacerdote dal vescovo mons. Giuseppe Marzorati.

Cattedrale

La splendida “cattedrale sul lago” fu iniziata nel 1396 ed edificata per successive fasi durante tre secoli e mezzo. Si tratta di un’architettura articolata e complessa, che fonde armonicamente in un edificio unitario espressioni stilistiche diverse (gotico, rinascimento, barocco), espressione delle diverse epoche storiche in cui fu realizzato. Proprio nella Cattedrale, cuore della Diocesi di Como, nel 1872, quando era parroco di S. Bartolomeo, Giovanni Battista Scalabrini tenne un celebre ciclo di conferenze sul Concilio Vaticano I, che lo fecero apprezzare e conoscere anche presso la Curia romana e pubblicate come Le glorie del Papa nel Concilio Vaticano.

Seminario Minore di Sant’Abbondio

Il Seminario Minore di Como, a metà dell’Ottocento, era ospitato in un complesso ristrutturato dall’architetto Giuseppe Tazzini adeguando alcuni edifici cinquecenteschi sorti sull’area anticamente occupata dal monastero benedettino di Sant’Abbondio, accanto all’omonima Basilica; oggi è una delle sedi dell’Università dell’Insubria, in via Sant’Abbondio 12. Giovanni Battista Scalabrini frequentò il Seminario Minore dal 1857 al 1859; vi tornerà da novello sacerdote come insegnante di storia e lingua greca, vicerettore (1863-1868) e quindi rettore (1868-1870).

In questo periodo, durante le vacanze estive, si prestava per il ministero sacerdotale in diocesi: nel 1866 si recò ad Andalo Valtellino e nell’estate 1867 prestò assistenza ai colerosi di Portichetto, per cui il Regio Governo gli attribuì un diploma con medaglia al valore civile. Rimase molto legato a Portichetto; donò alla chiesa allora in costruzione una statua della Madonna della Neve, benedetta il 23 aprile 1893 da don Luigi Bianchi. Una delle sorelle di mons. Scalabrini, Maria Maddalena detta Nina, aveva sposato del 1870 Placido Bianchi di Portichetto: avevano avuto ben otto figli, tra i quali due sacerdoti, don Alfonso e don Attilio, nati e cresciuti a Portichetto. La statua è tutt’ora molto venerata nella nuova Parrocchiale.

Parrocchiale di San Bartolomeo

Dopo l’esperienza presso il Seminario Minore, il 12 maggio 1870, a 31 anni, Scalabrini venne nominato parroco priore di S. Bartolomeo a Como (via Milano 161). Era una comunità molto vasta (che comprendeva anche quelle che saranno poi le parrocchie di S. Rocco e S. Giuseppe), con una popolazione in gran parte costituita da operai, che vivevano in condizioni disagiate; non godeva inoltre di una fama molto buona soprattutto per i gravi problemi sociali che l’attraversavano.

Ma Scalabrini non condivideva questa opinione. Scriveva al fratello Pietro il 22 febbraio 1871: «Mi trovo bene: la popolazione numerosa di 6.000 anime, mi ama e mi rispetta ed io mi trovo ben lieto d’aver abbandonata la direzione del Seminario […]. Qui mi occupo molto, eppure il lavoro mi va a sangue perché di bene ne posso far molto e la mia voce è ben sentita. […] In complesso posso ben lodarmi dei miei parrocchiani; sebbene siano tenuti i peggiori della città, io non li vorrei cambiare con altri». Questo affetto era decisamente ricambiato dai suoi parrocchiani, che ne conservarono sempre un ammirato ricordo.

Attento alla formazione umana e cristiana dei ragazzi del rione, fondò un oratorio maschile sotto la protezione di San Giuseppe; vicino agli operai delle filande e delle tintorie, diede vita alla prima Società di Mutuo Soccorso cattolica per aiutare i disoccupati e gli invalidi; intraprese varie altre iniziative sociali, tra cui quelle per le operaie tessili e le sordomute. Sensibile al tema della famiglia, aprì un Asilo d’Infanzia (1874). Pubblicò anche il Piccolo catechismo per gli asili d’infanzia (1875) che lo fece conoscere tra l’episcopato, non solo lombardo, e presso la Santa Sede.

Scalabrini rimase a S. Bartolomeo meno di sei anni, perché il 13 febbraio 1876 Piacenza lo accolse come suo vescovo. Vi rimase però molto legato, tanto da essere uno dei primi sottoscrittori e presidente onorario della Commissione per il rifacimento della chiesa, alla fine dell’Ottocento.

Sulla sinistra del transetto campeggia il monumento all’illustre parroco, eretto su disegno dell’ing. Giulio Valli e benedetto l’11 settembre 1913 dal card. Andrea Ferrari. Il monumento è in marmo rosso di Verona; nella nicchia il busto in bronzo è opera dello scultore Nelli; al di sotto è posta un’iscrizione commemorativa. Il monumento è sulla parete adiacente all’altare della Madonna Addolorata, di cui Scalabrini fu grande devoto.

Sul lato sinistro della navata, in occasione della beatificazione, è stata realizzata una cappella in cui, entro una scultura marmorea di Bruno Luzzani, è conservata una reliquia di Scalabrini inserita in un reliquiario realizzato da Mario Lissi. Sulla parete destra di questa cappella è posta una lastra in marmo con la sua effige; al di sotto, una lapide lo ricorda come parroco, vescovo, apostolo del Catechismo e padre dei migranti.

Camerlata

Nel 1939, centenario della nascita di Scalabrini, Como gli ha dedicato una via a Camerlata, quella in precedenza chiamata “Via delle Stazioni”. Risalendo via Scalabrini in direzione della città, appena prima di sbucare sulla trafficata piazza Camerlata, al numero civico 3, si incontra quella che attualmente è una sede dell’Istituto professionale “Pessina” ma che, a partire ufficialmente dal 1936, fu la nuova sede dell’Orfanotrofio femminile dell’Immacolata, qui trasferito grazie alla donazione di Luisa Scalabrini, sorella del vescovo, già sua collaboratrice presso la parrocchia di San Bartolomeo, dove diresse il nuovo asilo parrocchiale. Ella, dalle prime nozze con Luigi Rimoldi, direttore del Collegio Convitto “Castellini”, aveva avuto una figlia di nome Maria, morta all’età di 12 anni. In suo ricordo l’Orfanotrofio assunse il nuovo nome di “Istituto Maria Rimoldi”.

Rebbio

All’interno della chiesa parrocchiale di San Martino di Rebbio è custodito un ritratto di Scalabrini (attualmente collocato sull’altare maggiore), realizzato in ricordo del prevosto don Alfonso Bianchi, figlio di Maria Maddalena Scalabrini. Don Alfonso resse la parrocchia di Rebbio dal 1913 al 1946, lasciando un ottimo ricordo di sé, sia per la bontà d’animo, sia per l’ampliamento della chiesa e il completamento del campanile.

Esterno

Conoscere don Scalabrini nei suoi luoghi

Giovanni Battista Scalabrini ha camminato sulle stesse strade e vissuto negli stessi posti che oggi anche noi percorriamo e frequentiamo. Questo itinerario alla scoperta dei luoghi che lo hanno visto studente e giovane sacerdote ci permette di conoscerne e valorizzarne l’opera e la memoria. San Scalabrini ha maturato il suo carisma a partire dalla sua famiglia, per proseguire negli anni della formazione e dei primi impegni pastorali. Con questo spirito osserviamo i luoghi e le città in un’ottica diversa, che è quella dei santi e, al tempo stesso, guardiamo anche i santi da una prospettiva nuova, che è quella della loro quotidianità, dello stare in mezzo alla gente.

Contatti

Parrocchia di Santo Stefano
Via Raimondi 29, 22073 Fino Mornasco CO
Telefono: 031 927206

Parrocchia di San Bartolomeo
Via Milano 161, 22100 Como
Telefono: 348 9283118
Orari: lunedì e venerdì 9.30-11.00; martedì e giovedì 17.30-18.30

 

Testi: Silvia Fasana, Saverio Xeres
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